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di San Nicola de Thoro Plano.
Ancora
sul Corso Reginna, costeggiando il lato destro, risaliamo fin via
Casa Mannini, che imbocchiamo: ombrosa, appartata, sul fondo quello
che rimane del Baluardo di San Sebastiano.
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Baluardo di San Sebastiano |
A
tutela delle sue attribuzioni strategiche Maiori era dotata di una
cinta esterna, detta Baluardo di San Sebastiano, che andava
dalla Rocca di Sant'Angelo (l'attuale Collegiata) sul versante Ovest,
fino al monte Brusario ad Est. Intervallati da sei torrette circolari,
i bastioni aprivano sulla spiaggia con tre grandi porte dotate di
ponte levatoio. Antistante le mura era il fossato che in caso di
necessità veniva inondato deviando il corso del Regina e
una seconda linea pedemontana, articolata in tre
torri cardinali, ed in una serie di torrette intermedie che arrivavano
a cingere Ponteprimario. All'interno di questa cinta, in
alto, era la rocca di San Nicola de Thoro Plano estremo rifugio
in caso di assedio.
Sulla spiaggia antistante infine, stavano le attrezzature
da carico e le navi in secca: "...circa 200 navigli e un altro
centinaio di legni in corso..." (Cerasuoli).
Le
fortificazioni vennero abbattute dai Pisani nel 1137, il castello
di San Nicola invece, utilizzato per qualche secolo ancora, con
l’avvento dei cannoni divenne praticamente inutile e fu abbandonato.
Uniche costruzioni difensive rimasero le torrette disseminate lungo
la costa, nel XVI sec integrate nel piano difensivo architettato
dal vicerè spagnolo Don Pedro de Toledo Ribeira.
Del
bastione principale oltre questo breve pezzo (di molto abbassato
oltretutto, in quanto il calpestio si è elevato notevolmente
rispetto all'originario livello) e la torretta sull'incrocio con
la Statale per Chiunzi, ne è scampato un altro breve frammento
sul lato opposto della via (Nuova Chiunzi), in via De Iusola, attigua
alle Scuole Elementari, che andiamo a risalire...
Poche
decine di scalini e nella penombra del vicoletto ci appare un preziosissimo
Crocifisso ligneo: un altare a cielo aperto, per fuggevoli momenti
di preghiera. Poco oltre un altro e più vetusto Crocifisso
ligneo, meno addobbato, originariamente posto nella vicina cappella
della Vergine Addolorata ove si vuole abbia predicato Sant’Alfonso
Maria. De' Liguori.
Procedendo
dritti si giunge alla zona detta "Lazzaro", il costone
orientale di Maiori, ove ricerche storiche hanno accertato la presenza
in epoca medievale di una colonia ebrea con tanto di sinagoga.
Torniamo ora sui nostri passi, sulla via Nuova Chiunzi, sempre dritti
fino a via Accola. Segue via Castello e, dopo un breve tratto sterrato,
un cancello con una martinella. Appena
un rintocco e "trasite, trasite" (prego entrate), Mastro
Crescenzo ci accoglie sorridente: è l'ultimo romantico castellano
del fu glorioso Castello di San Nicola de Thoro Plano
Eretto
nel IX sec per difendere la città dalle scorrerie longobarde,
alcuni ne fanno risalire la vera origine ai barbari stessi, al principe
beneventano Sicardo.
Al
tempo del Ducato, insieme ad altri castrum, diede vita all'articolato
sistema difensivo amalfitano ad un tempo: punto d'avvistamento ed
estremo rifugio nel caso cedessero i baluardi posti a valle. Dopo
un lungo periodo di abbandono, nel XV sec venne ristrutturato, ed
oggi ci perviene quasi intatto da quell'epoca...
A
forma di poligono irregolare, misura un perimetro di circa 550 m,
su di una superficie di circa 7500 mq.. Le mura, dotate di spalti
e contrafforti, sono intervallate da nove torrette semicircolari,
poste a varia distanza tra di loro. L'interno, attrezzato per accogliere
"più centinaia di cittadini" (Cerasuoli), conserva
casolari, magazzini, cisterne, ed i ruderi dell'antica chiesetta
di San Nicola, dalla quale prenderebbe il nome l'intero complesso.
Stupendo,
che toglie il fiato, il colpo d'occhio: il golfo, il monte dell'Avvocata,
Ravello, Monte Sant'Angelo a Tre Pizzi, punto ideale per godersi
il tramonto, e concludere così il nostro terzo percorso.
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