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della Madonna Avvocata » Grotta di Matteo Salese » Belvedere
Suggeriamo
d'intraprendere l'escursione di buon'ora: la frizzante arietta mattutina
ed il profumo del bosco appena sveglio rendono meno faticosa la
salita e, soprattutto, evitano gran parte del caldo che, inevitabilmente,
sarà fedele quanto indesiderato compagno lungo tutto il percorso…
Presa
via Nuova Chiunzi, dopo un breve tratto in leggera salita, appena
al campaniletto della Madonna della Libera (conserva una settecentesca
Madonna col Bambino tra Santi Gregorio Magno e Carlo Borromeo) imbocchiamo
via Casa Imperato, via Lama, via S. Vito, poi la strada diviene
un sentiero di montagna.
Iniziamo a prendere
quota…
Dopo circa un'ora e mezza, quasi a metà strada, siamo in
località Santa Maria (o Santa Marina, antica fattoria del
monastero): meglio riprendere fiato, alzando gli occhi infatti il
Santuario… ed il tratto più ripido...
In
un quarto d'ora siamo all'"Acqua o’castagne"
(la fonte del castagno) ove possiamo rifocillarci al fresco della
fonte. In questo punto si pone un bivio, sceglieremo la via dritta,
leggermente più lunga ma assai più agevole, chi volesse
sperimentare l'altra si troverebbe in cima con circa un quarto d'ora
d'anticipo.
Passato
il "fullichito" il folto bosco di felci, segue la parete
rocciosa che regge il santuario e la "Grotta delle Soppressate"
(grotta dei salami) dalla forma delle stalattiti che ne pendono,
in tutto simili ai ghiotti insaccati. Ormai a quota 900
metri, sul monte Mirteto, ci appare il Santuario dell'Avvocata
Il santuario è
strutturato in più corpi:
Il
monastero;
in origine (prima metà del cinquecento) romitaggio dotato
di poche cellette, venne ampliandosi man mano che aumentavano i
frati. Affidato ai padri Camaldolesi nel 1663, restò funzionante
fino al 1807, poi la soppressione degli ordini religiosi ne imposero
l'abbandono. Spogliato degli arredi sacri e della fornita biblioteca,
l'eremo venne adattato ad avamposto militare.
La
chiesetta;
edificata anch'essa nel primo '500, nel 1838 venne devastata da
un violentissimo incendio: ora i ruderi fanno mostra di sé
sul lato interno del ripiano. La chiesa attuale risale solo all'inizio
del XX secolo.
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quadro della Madonna Avvocata |
Infine, la
Grotta dell'Apparizione;
posta al disotto della chiesa vi si accede attraverso una ripida
scaletta che porta sul lato esterno al ripiano. La sua storia inizia
ai primi del '500, allorquando un pastore del luogo, tal
Gabriello Cinnamo, venne a scoprirla, guidato, si vuole, da una
mistica colomba. Successivamente, mentre riposava nell'antro,
gli apparve la Vergine, che gli comandò di edificarLe un
altare: in cambio gli sarebbe stata Avvocata. Cinnamo edificò
l'altare e, vestito l'abito romito, la chiesetta ed il primo monastero.
Abbandonato assieme alla chiesa, nel 1888 l'altare venne restaurato
da un muratore devoto, e quattro anni dopo riprese il culto.
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la Grotta dell'Apparizione |
Protetta
da un'inferriata pregevolmente lavorata, la minuscola cappella presenta,
affrescati sul frontone e sotto la volta dell'altare, "la cena
degli Apostoli" circondati da angioletti. Sull'altare è
invece "Il sogno di Gabriello Cinnamo”.
Il lunedì di Pentecoste, provenienti dall’intera Costiera
e soprattutto dal comprensorio di Cava dei Tirreni, il monte Falerzio
è un brulichio di carovane umane.
Al
suono ininterrotto delle campane (è usanza che ogni pellegrino
esegua almeno qualche rintocco) a mezzogiorno si svolge la suggestiva
processione, con la statua della Madonna per l'intero tragitto irrorata
da una pioggia di petali di rosa. La festa tira avanti fino al pomeriggio
tardi, tra canti, balli e antiche "tammorriate"
A dritta del ripiano uno stretto sentiero porta al
Belvedere. Lungo il tragitto la sauna dei monaci, poi divenuto "Grotta
di Matteo Salese", il terribile brigante che vi si rintanò
e che, accerchiato dai gendarmi, alla forca preferì tuffarsi
nel vuoto.
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veduta della Valle di Maiori |
Al
belvedere il consiglio è di sedersi, la bellezza e l'altitudine
tolgono il fiato, e danno un senso di vertigine. Nel giro di qualche
secondo dimenticherete la fatica compiuta per raggiungere il posto,
e sicuramente perderete il senso del tempo. Nel punto più
alto del golfo, lo sguardo stenta ad abbracciare l’orizzonte:
da Punta della Licosa a Punta della Campanella, Capri…ai
vostri piedi invece l'intera Costa d'Amalfi…
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veduta del Golfo di Salerno |
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